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Anche l'ANIF si mobilita sulla questione relativa alla natura pubblica dell'Ispettore Fitosanitario. Alberto Contessi, attuale presidente dell'associazione dichiara: "L'Associazione Nazionale Ispettori Fitosanitari esprime forte contrarietà circa l'interpretazione del termine funzionario da parte dell'ufficio giuridico della FAO contenuta nell'art. V comma 2 della Convenzione Internazionale per la Protezione dei Vegetali (CIPV). In particolare non è accettabile un'interpretazione che consentirebbe di far svolgere la delicata funzione di Ispettore Fitosanitario anche a persone o società private. Difende con forza la figura dell’Ispettore Fitosanitario così come definita dalla normativa italiana, la quale prevede che: "... sono funzionari pubblici, tecnicamente qualificati. Essi svolgono compiti tecnico scientifici e sono autorizzati dai Servizi fitosanitari di competenza ad agire per loro conto e sotto il loro controllo." e appoggia senza riserve la posizione del Consiglio dell'EPPO che sostiene il medesimo concetto.

L'Ispettore Fitosanitario è tenuto alla salvaguardia degli interessi della collettività, come principio superiore di riferimento del suo operato. Questa è una prerogativa tipica del “funzionario pubblico”, che in quanto tale non solo conforma la sua condotta ai principi di buon andamento e imparzialità dell'amministrazione, ma nell'espletamento dei propri compiti assicura il rispetto della legge e persegue esclusivamente l'interesse pubblico; esso è infatti tenuto “contrattualmente e deontologicamente” ad assicurare imparzialità e terzietà rispetto agli “interessi in gioco” nel lavoro che svolge.

La quarantena vegetale, come quella animale e quella che si occupa di sanità umana sono servizi pubblici non privatizzabili.

L'ANIF è certa che la delegazione italiana presso la quarta sessione della Commissione per le Misure Fitosanitarie/FAO difenderà con forza questa posizione."