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7/7/2010
Firenze - Specie aliene invasive: favorite da ricchezza e demografia. Incremetare i controlli
- by la redazione @ 00:27:24
L'incremento della ricchezza e della popolazione, associato al moltiplicarsi degli scambi internazionali di uomini e merci - e non tanto i cambiamenti climatici - hanno causato in Europa un aumento esponenziale dell'ingresso di specie non-indigene (tra cui piante, funghi, insetti, pesci, uccelli, rettili e mammiferi).
É quanto indica una ricerca condotta da un gruppo internazionale composto da 26 ricercatori europei, tra cui Francesca Gherardi, del Dipartimento di Biologia Evoluzionistica "Leo Pardi", ricerca i cui risultati sono stati pubblicati nell'ultimo numero della rivista scientifica "Proceedings of the National Academy of Sciences of the United States of America" (PNAS). Lo studio è parte del progetto triennale DAISIE (Delivering Alien Invasive Species Inventory for Europe) promosso dall'Unione Europea nell'ambito del VI Programma Quadro.
Mentre alcune di queste specie possono risultare innocue, molte si trasformano in "invasive", cioè si sostituiscono alle specie indigene portandole all'estinzione e causano alterazioni spesso irreversibili agli ecosistemi, producendo inoltre costi elevati alla società e danni alla salute umana. Secondo i ricercatori, nello studio delle invasioni biologiche, fattori come i cambiamenti climatici o del suolo e aspetti geografici sono stati nel passato sovrastimati, a discapito di aspetti fondamentali quali quelli economici e demografici. "Abbiamo dimostrato come l'insediamento di specie invasive sia in gran parte un problema legato al commercio internazionale, ai viaggi e ai trasporti, piuttosto che alle differenze regionali del clima" spiega Francesca Gherardi. Nella ricerca, gli scienziati sono riusciti infatti a predire in modo accurato il numero di specie non-indigene presenti nei vari paesi europei utilizzando come indicatori il livello di ricchezza e la densità di abitanti.
Negli ultimi cinquant'anni, l'Europa è stata un crocevia di viaggi e di scambi internazionali; molte specie invasive hanno fatto il loro ingresso come contaminanti dei prodotti importati, nelle zavorre delle navi, come animali da compagnia o di allevamento - poi fuggiti o deliberatamente rilasciati in natura - o come agenti per il controllo biologico. E' quindi il traffico di merci e di organismi, tra cui quello clandestino, uno fra le principali cause dell'inquinamento "biologico" dell'ambiente, almeno in Europa.
Identificare i meccanismi di ingresso delle varie specie è dunque il primo e fondamentale passo per contenere il problema delle invasioni biologiche. Secondo gli scienziati sarà necessario intraprendere al più presto una serie di misure, quali implementare e rendere più efficiente il monitoraggio delle merci in ingresso e regolamentare tutte le importazioni da paesi terzi.
Fonte:Università degli Studi di Firenze
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