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10/6/2012
Roma: la Fao lancia l'allarme relativo ai rischi di infestazioni di locuste in Niger e Mali
- by la redazione @ 22:37:17
Le coltivazioni in Niger e Mali sono a rischio imminente di sciami di locuste del deserto che si muovono verso sud dall'Algeria e dalla Libia, ha annunciato la FAO.
Gruppi di locuste sono stati recentemente segnalati nel nord del Niger. La FAO comunica che gli sforzi per limitare la diffusione delle cavallette sono stati ostacolati dalla insicurezza continua, lungo entrambi i confini confine algerino-libico. L' insicurezza politica e il conflitto in Mali potrebbe a sua volta ostacolare gli sforzi di monitoraggio e controllo se le locuste raggiungessere il paese.
Le infestazioni di locuste sono state segnalate a sud-ovest della Libia nei pressi di Ghat, nel gennaio 2012 e nel sud-est dell'Algeria.
Alla fine di marzo, la FAO aveva segnalato che sciami dell'insetto avrebbero raggiunto il Niger e il Mali da giugno. Le continue piogge e la conseguente crescita della vegetazione hanno favorito la formazione di sciami già a metà di maggio.
"Quante locuste ci sono e quanto si muovono dipenderà da due fattori principali - l'efficacia degli sforzi per il controllo in corso in Algeria e in Libia e le piogge imminenti nel Sahel dell'Africa occidentale", ha detto Keith Cressman, Funzionario della FAO Locust Forecasting.
Sia l'Algeria sia la Libia hanno lavorato duramente per trattare le zone infestate, per un totale di 40 000 ettari in Algeria e 21 000 ettari in Libia a partire dalla fine di maggio.
"In un anno normale, Algeria e Libia sarebbero state in grado di controllare la maggior parte degli sciami locali e prevenire il loro movimento verso il sud, ma l'insicurezza lungo entrambi i i confini rende difficile l'accesso dei team locali e degli esperti FAO che hanno bisogno di valutare la situazione. La capacità della Libia nel contrastare l'infestazione è notevolmente ridotta a causa del recente conflitto ", ha spiegato Cressman.
L'infestazione recente più grave è stata quella del 2003-2005 che ha colpito una ventina di paesi.
Fonte: Fao
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